giovedì 11 ottobre 2012

HABEMUS MOTOZAPPA

Finalmente è arrivata a far parte della squadra una motozappa e in suo onore abbiamo deciso di seminare una delle poche cose che si possono ancora seminare ad ottobre. 
Mi sono fatta un piccolo promemoria. 


sabato 6 ottobre 2012

OFFERTA DI LAVORO INDIPENDENTE

C'è grande confusione.
Vorrei condividere un progetto che ho nella mia testa ma dargli un nome è molto difficile.
Se dico che voglio fondare una comune, qualcuno penserà che sono una anarchicocomunistadelcazzo. E questo non va bene.
Se dico che voglio fondare una comunità, forse mi sposto più verso la cattofascista.
Se dico che voglio fondare un eco-villaggio, potrei essere scambiata per una fighettaalternativa.
Se dico che voglio fondare una cooperativa, suona probabilmente da extossicodipendenteredenta.

E allora che nome dare a questa idea?
Che poi è molto semplice...
Vorrei trovare dei ragazzi come me, che amino l'aria aperta e il lavoro creativo.
Disposti a fare qualche sacrificio per ottenere un po' di libertà.
L'unica cosa che ci manca davvero.
Ho bisogno di individui ribelli, che chiedano di più per se stessi, accontentandosi. 

E' difficile attirare persone dicendo che c'è da farsi il culo e da guadagnare poco, perlomeno in termini di denaro.
E' difficile spiegare che basta una piccola stanza per essere felici, che bastano pochi lussi per essere liberi.

Perciò riassumo così:

A tutti i i giovani che sono ancora a casa con i propri genitori, e vagano per la loro stanzetta stanchi di questa società che non gli offre ne un lavoro, ne una vita indipendente, la Fraschetta ha bisogno di voi.
Ha bisogno di gente disposta a coltivare una porzione di terra, di giovani artisti per aprire un laboratorio creativo, di ragazzi che sappiano usare il legno per costruire pollai, stalle e casette, di persone che sappiano cucinare per aprire una grande mensa collettiva. 
Ha bisogno di idee, di dialogo e di freschezza.

Saluti e baci.


giovedì 4 ottobre 2012

Piccoli passi da gigante...


BARTOLOMIAO


venerdì 21 settembre 2012

Buongiorno!

"Quando il mattino si prepara per il risveglio dell'uomo."
Jiddu

Cani Assonnati  
Papaveri e Papere

Ambasciata Cubana

Paperoni

giovedì 20 settembre 2012

...

"Imagine no possessions
I wonder if you can."

Anima-li fotogenici





mercoledì 19 settembre 2012

TANA, LIBERA TUTTI!

Non so nemmeno cosa ci faccio qui, qui su questo blog intendo.
In un'epoca in cui anche la casalinga più disperata insegna a fare biscotti e tortine su internet, e l'adolescente meno ribelle pubblica il suo culo in rete, non so dove incastrarmi.
Ho un, come dire, un... impossibilità, un blocco, un freno? 
Un dubbio atroce... 
In che categoria posso inserire l'argomento Dio?
Va bene se lo metto dopo il calcio, ma prima della formula uno?
Viene prima di Sgarbi ma sicuramente dopo la gravidanza della Marini, o sbaglio?
Non vorrei pestare i piedi a nessuno con la mia spiritualità. 
Vorrei essere discreta, vorrei parlarne in modo poco plateale.
Vorrei che ci si avvicinasse a questo argomento con cautela.
Perché ammettiamolo Dio è un argomento scottante, genera incomprensione e noi preferiamo non parlarne mai.
Non vorrei essere scambiata per uno di quei pazzi di TBNE che alzano le mani al cielo osannando il Signore, per intenderci.
Non vorrei forzare la cosa, ne vorrei che richiedesse alcuno sforzo.
Ma se ti azzardi a parlare di Dio ti danno subito tutti addosso, le critiche più comuni vanno dal banale "cosa ne vuoi sapere te" al più dotto "che minchia me ne fotte".
E con questa ottima base di partenza, capite bene che le probabilità di successo siano minime e  che invece i fraintendimenti si sprechino.
Ripenso a quel povero cristo di Nietzsche che morì urlando "Non era questo che intendevo con Superuomo! Hitler non ha capito un cazzo! Scusate la prossima volta non fiato più!"
Non sia mai.
E' per colpa di questo gap nella comunicazione che l'uomo si è ridotto a questo livello.
Abbiamo passato tutta la storia a fraintenderci e a fraintendere.
E' normale che arrivati a un certo punto non ci si capisca più un belino.
E' un po' meno normale forse che una ragazza di 27 anni si trovi nel 2012 nel bel mezzo di una crisi mistica.

Tanto mistica dall'avere la pretesa di mettere un po' di chiarezza in tutto questo groviglio dove ognuno dice la sua e nessuno sa di cosa sta parlando.

Però su un blog come si fa?
Ho l'impressione che la prima cosa che conta e ti rende vincente e degno di lettura sia la grafica.
La grafica è fondamentale ti direbbe subito un "blogger professionista" per non parlare delle foto, che devono essere assolutamente perfette.
E lo sfondo, meglio i fiorellini o i pois che fanno un po' vintage, sai visto che si parla di Dio, che colore secondo te gli si abbina meglio... L'azzurro gli dona o è pacchiano?
E poi arrivo io, con la mia mappazza di parole nero su bianco.
Con immagini rare come il condimento nelle peggiori insalate di riso.
E un argomento che fa venir voglia di bestemmiare, nella maggior parte dei casi.
Capite... 
Dovrei essere meno chiacchierona e più condensata. 
Da quanto ho capito per farsi notare uno deve scrivere poco e accostare un'immagine accattivante.
Parliamo a slogan, in pratica.

Parliamo come dei cazzo di pubblicitari.
E io non ci sto.
Perché il piacere di un discorso vero e armonioso è un piacere di cui ci priviamo ogni giorno. Parliamo sempre meno e vociamo sempre di più.
E in questo gran baccano, che abbiamo riprodotto fedelmente anche online, non ci capiamo più.
Di nuovo e come sempre anche in internet ci siamo ritrovati stringi stringi a dover fare bella figura.


E io bella figura non l'ho proprio mai saputa fare, temo.
So far figura a modo mio.

Tutto questo per arrivare al punto che io Dio l'ho trovato ma non so come dirvelo.
Ebbene sì, ve lo confesso, ho più Dio io di tutti i preti della zona messi assieme.

Sono aperte le scommesse!
L'ho stanato quel vergognoso, l'ho tirato fuori dal suo nascondiglio. 
E ora sto imparando a conoscerlo e ci intendiamo che è un piacere.
L'ho incontrato in Portogallo e da li ho capito che è davvero ovunque come dicono in giro.
L'ho incontrato il giorno in cui mi è venuta così tanta paura tutta assieme che ho esaurito la dose per l'intera vita.
Non sapendo dove rifugiarmi all'esterno mi sono voltata verso l'interno.
Mi ci sono trovata bene, e da lì il misticismo.
Giusto il tempo per capire cosa mi era successo ed ecco che un'atea convinta era morta e al suo posto venivo fuori di nuovo io, ma convertita.

Sarei degna di un ricovero psichiatrico a dir di molti ma questo non fa altro che darmi ulteriore fiducia.
Dio si manifesta per vie misteriose.
Sapete che si racconta che dopo che ebbe creato l'esistenza all'improvviso fu assalito da un dubbio trascendentale.
- E ora dove mi metto? - borbottò Dio tra se e se. - sull'Himalaya. Mi sembra un ottimo posto, farà un po' freddo, ma è un bel nascondiglio - 
- L'Himalaya ancora non esiste - gli venne risposto - e tra non molto arriveranno Messner e compagni a romperti le balle -
Dio non credeva alle sue orecchie e iniziò a preoccuparsi un po'.
- Allora mi infilo giù nella Fossa delle Marianne - 
- Noneeee! Credi che gli uomini non siano tanto curiosi da venire a misurarne la profondità, prima o poi... E quante navi che... No! Nella Fossa delle Marianne no! -
- Come no! - si indignò Dio - Belin, è un bel casino, ma mica posso sparire. Sono qui e ci sono sempre stato... Volete dire che non ci sia più un po' di posto per me? -
Anche lui aveva difficoltà a inserirsi, vedete, capiva che la sua presenza era ingombrante che non bastava un garage o un solaio, insomma è Dio!
Gli venne suggerita una cosa.
- Prova un po' a metterti dentro gli uomini. Stai lì e cerca di non farti sentire. Quieto e neutrale. Non metterti di mezzo e loro non ti troveranno mai. Dietro agli occhi non possono guardare, così come non riescono a vedere loro stessi se non riflessi in uno specchio, vedrai che è un buon nascondiglio! -
E così fece. 

Ecco perché è solo voltandosi verso l'interno che lo si può trovare e sentire.

Ma niente. Ci sminuiamo a tal punto che crediamo che Dio sia altrove, intorno ma lontano da noi.
Lo cerchiamo ovunque, nei testi, nei Vangeli, nelle chiese, nei papi, nei preti, nelle missioni, nel 5 per mille. 
E morire, manco l'ombra.
Ma per forza. Come può Dio trovarsi in cose così tanto stupide?
Dio non è stupido.
Dio ha perso persino il filo di quello che vanno raccontando tutti questi religiosi. 

Sta telenovela che hanno montato dai tempi dei tempi non sta proprio più in piedi.
Pedofilia, abusi, corruzione, ori e incensi. 
Che esempio! Che eroi!
Personalmente non ho mai avuto grande stima della religione cattolica e ora più che mai, la poca stima si è trasformata in uno schifo.
Religione e Dio non sono la stessa cosa.
Non si assomigliano nemmeno un pochino.
Il mio Dio tanto per cominciare non mi punisce, ne mi spia, ne si arrabbia con me. 
Il mio Dio è amore e comprensione.
Il mio Dio mi ha trasformato dalla testa ai piedi, mi ha fatto riconciliare con l'anima, mi permette di non preoccuparmi più del futuro.

E inoltre è chiaro. Chiarissimo.
Non ha bisogno di interpreti che mi spieghino cosa intendeva dire.

Non ha testi, ne dottrine.
Non ha insegnamenti.
Ha solo tanta verità da regalare.

Il mio Dio non sta rinchiuso in una chiesa. Non conta quante volte mi confesso, perché sa già tutto di me, e  non ha bisogno di alcun chiarimento.
Il mio Dio non è curioso.


Dio si esprime già nella natura, è incredibile che non ve ne rendiate conto.
Dio è come il profumo di una rosa, non lo si può toccare, ma lo si sente lo stesso.


Mi piace sedermi la sera attorno al fuoco, cercare Dio in ogni fiamma, scintilla, lapillo, tizzone, sentirne il calore, osservarne il colore, e poi ancora mangiare un po' di Dio, mentre mordo una pannocchia grigliata, e perché no fumare un po' di Dio in quell'erba infinitamente buona che ha avuto la premura di regalarci, senza che forse nessuno lo vedesse, per farci rilassare un po'.
E capire forse un giorno che siamo solo in visita su questa terra.
Che noi siamo Dio che fa un'esperienza terrena, dove possiamo abbracciarci, amarci, baciarci e scambiarci segni di pace.

E invece no.
Sono costretta a stare su questo blog perché la gente vive su internet. 

Manca l'ambiente, manca il contorno, manca il contatto, manca la voce.
Manca la profondità, la terza dimensione.

Rimango in attesa che smettiate di cercare Dio su google.
E vi invito qui, da me, dove c'è tanto spazio che basta per tutti.
Qui dove l'amore è esploso dappertutto!
E il fraintendimento è solo un ricordo lontano. 

N.d.A. 
Il fatto che Dio parli sul mio blog e abbia sembianze umane è tanto per rendere l'idea, non lo immagino con la barba, e no, non penso nemmeno che abbia scritto dieci comandamenti, né che si arrabbi se facciamo l'amore.
Chiamiamolo Esistenza, chiamiamolo Tutto, chiamiamolo Energia, chiamiamolo Dio.
E' uguale.
Siamo, questo è Dio.




domenica 16 settembre 2012

Che ti guarda e anche se ride, a vederla mette quasi paura...

Ringrazio Dio di non essere nata in America.
Almeno da qui ho un po' di tempo per cercare di capire la merda in cui ci stanno trascinando.
Vivere il disastro in leggera differita, di questo un po', mi compiaccio.
Magre soddisfazioni, adatte ai tempi.

martedì 4 settembre 2012

Siamo sempre WORK in PROGRESS

Il Paperino volante


Tito più pollo dei polli

martedì 28 agosto 2012

Il terzo gode.

Vago alla ricerca di qualcuno che mi dimostri che sto sbagliando tutto e che la mia scelta di vita, paragonata, sia penosa.
E invece, nemmeno una smentita, un'esile opposizione, uno straccio di verità altrui.
Sono troppo intelligente e ho sempre ragione io, mi ci devo abituare.

Eppure vivere in una roulotte ed essere perennemente squattrinata non fa di me una persona il cui esempio andrebbe seguito, se non altro in un mondo dove la ragione sta nel portafoglio del più ricco.
Coltivarsi un orto e dire di essere vegetariani (senza tirarsela) fa molto sfigata della prateria.
Per non parlare del puzzo di capra e dei piedi sporchi di terra, per chi il giardinaggio non lo fa alla Martha Stewart con la camicia bianca.
Studio la natura e mi dico che la soluzione ad ogni problema va cercata lì.
Peccherò di presunzione e di ottimismo innato, ma penso comunque che sia inutile cercare di cambiare questa società parlando solo di economia, politica e alta finanza.
Oramai giuro che so tutto del MES, della Casaleggio che sta dietro a Grillo, di quanto siano fintamente puliti Saviano e Travaglio, degli stipendi dei parlamentari, dei senatori a vita che non vogliono morire, delle troie di Berlusconi, delle gaffes della Fornero, dei Rotschild e dei Rockfeller, del Club Bilderberg, della Massoneria, del NWO, dei misfatti delle multinazionali, della diossina dell'Ilva, della fregatura del debito-moneta, dell'Euro che ci ha inculati.
So tutto.
Davvero.
O perlomeno tutto quello che mi serve sapere per decretare una volta per tutte che questo mondo fa cagare e io non ne voglio far parte.
Non a questo prezzo, ne a questo costo.
Per carità.
Ma il punto è che vorrei andare oltre.
Vorrei parlare d'altro se possibile.
Vorrei non vedere tutti litigare su chi sia il cattivo.
La Nestlé è meno cattiva delle Banche, ma le Banche sono più cattive di Monti, che a sua volta è meno cattivo della Fornero, ma più cattivo di Lapo Elkann.
Insomma.
Chi se ne fotte se uno ruba mille miliardi o solo dieci, non sono ladri tutti e due?
Se ti metti in bocca un cucchiaio di sale o un chilo che cosa cambia?
Si può sentire più salato del salato?
Oltrepassato un certo limite sei cattivo.
Punto.
Non importa quanto.

Cosa stiamo ancora a discutere su cosa fanno gli altri di sbagliato.
Porca miseria, ma è sceso persino Gesù Cristo a ricordarci di farci gli affari nostri.
In senso buono, ovviamente.
Ma in fondo se non ce li facciamo noi, chi li fa al posto nostro?
Che non sia questo nostro continuo delegare, anche nella colpa, che ci ha messi con le spalle al muro?

Io mi coltivo le verdure, faccio talee di alberi da frutto e semino erbe officinali perché il peggior nemico delle multinazionali è l'ortolano (informatevi! è da non credere ma, ripeto, informatevi!).
Non mangio animali perché pare abbiano una coscienza, sognino e soffrano come noi e in attesa di una conferma scientifica, se mai arriverà, nel dubbio, preferisco fare a meno di cibarmi di cadaveri. 
Ogni tanto puzzo un po', ma se la natura ci avesse voluto sempre profumati, forse non avrebbe inventato nemmeno l'acqua. Quello che mi preoccupa non è il sudore, ma il contenuto dei deodoranti. 
Allevo galli e galline perché mi piace vedermeli sculettare davanti, sani e belli. Lo faccio per preservarne la razza e per divertimento.
Non guardo televisione perché credo che ogni parola che esce da quell'inutile scatola sia marcia e corrotta, indipendentemente da chi sia l'oratore di turno.
Non leggo i giornali perché ho l'impressione che siano per certi versi anche blasfemi, oltre che necrofagi e irrilevanti. Dovrebbero formare l'opinione pubblica, che presunzione.
Ma di quali opinioni stiamo parlando, e di chi?
Non mi trucco manco più, perché nemmeno Dio sa quali porcherie ci sono dentro ai cosmetici, e la mia faccia, sarò strana, la preferisco così.
Vivo in una roulotte perché non voglio essere costretta ad essere schiava di tasse, bollette e compagnia cantante. 
Insomma l'IMU non mi sfiora.
Questo forse è il segreto.
Non farsi più sfiorare.
Se non si può cambiare il mondo in uno scontro diretto, perché non provare con una mossa Kansas city?
Guardare i fiori e pensare alla rivoluzione.
Gli altri parlino pure di quello che vogliono... 
Io faccio a modo mio.
Intanto tra i due litiganti.

Ciao Mondo.


lunedì 27 agosto 2012

VEGETARIANITA'...






martedì 21 agosto 2012

Il futuro ha bisogno di Ribelli...

AMATO MAESTRO, QUAL'E' LA DIFFERENZA TRA UN RIBELLE E UN RIVOLUZIONARIO?

Maneeshna, non c'è solo una differenza quantitativa tra un ribelle e un rivoluzionario, c'è anche una differenza qualitativa. Il rivoluzionario è parte del mondo politico. Il suo approccio è attraverso la politica. E' convinto che cambiare la struttura sociale sia sufficiente a cambiare l'uomo.

Il ribelle è un fenomeno spirituale. Il suo approccio è assolutamente individuale. La sua visione è che se si vuol cambiare la società, dobbiamo cambiare l'individuo. La società di per sé non esiste; è solo una parola, come "folla", ma se la si ricerca, non la si troverà da nessuna parte. Quando incontri qualcuno, incontri un individuo. La società è solo un nome collettivo, solo un nome, non una realtà - non ha sostanza. L'individuo ha un'anima, ha la possibilità di evolversi, di cambiare, di trasformarsi.  Ecco che la differenza è enorme.


Il ribelle è l'essenza pura della religione. Porta nel mondo un cambiamento di coscienza, e se la coscienza cambia, la struttura della società è tenuta a seguirla. Ma il contrario non è giusto e ciò è stato provato da tutte le rivoluzioni, perché tutte hanno fallito.

Nessuna rivoluzione è riuscita a cambiare l'uomo, ma sembra che gli uomini non siano a conoscenza di questo fatto. Continuano ancora a pensare in termini di rivoluzione, di cambiamento della società, di cambiamento di governo, di burocrazia, di leggi, di sistemi politici. Il feudalismo, il capitalismo, il comunismo, il socialismo, il fascismo - erano tutti a loro modo rivoluzionari. Tutti hanno fallito, e fallito miseramente, perché l'uomo è rimasto lo stesso.

Un Buddha, uno zarathustra, un Gesù - questi sono veri ribelli. La loro fiducia è nell'individuo. Anche loro non hanno avuto successo, ma il loro fallimento è totalmente diverso dal fallimento dei rivoluzionari. I rivoluzionari hanno provato la loro metodologia in molti paesi, in molti modi e hanno fallito. Ma Buddha non ha avuto successo perché non è stato sperimentato. Gesù non ha avuto successo perché gli Ebrei lo uccisero e i Cristiani lo seppellirono. Non è stato collaudato, non gli è stata data un'occasione. La ribellione continua ad essere una dimensione non testata.

I miei sannyasins devono essere ribelli, non rivoluzionari. La rivoluzione appartiene ad una sfera molto mondana. Il Ribelle e la sua ribellione sono sacri. Il rivoluzionario non può stare da solo, ha bisogno di una folla, di un partito politico, di un governo. Ha bisogno di potere, e il potere corrompe - e poteri assoluti, assolutamente corrompono.

Tutti i rivoluzionari che sono riusciti ad arrivare al potere ne sono rimasti corrotti. Non potevano cambiare il potere e le sue istituzioni; il potere cambiò loro e le loro menti, corrompendoli. Solo i nomi erano diversi, ma la società continuava ad essere la medesima.

Sono secoli che la coscienza dell'uomo non viene coltivata. Solo di tanto in tanto un uomo fiorisce, ma la sua fioritura tra milioni di persone non è la regola, è l'eccezione. E poiché egli è solo la folla non lo sopporta, non lo tollera. Egli diventa una sorta di umiliazione, la sua sola presenza diventa un insulto, perché ti fa aprire gli occhi e ti rende consapevole del tuo potenziale e del tuo futuro. E ferisce il tuo ego perché non hai fatto niente per crescere, per essere più consapevole, più amorevole, più estatico, più creativo, più silenzioso, niente per creare un bel mondo attorno a te. 

Non hai contribuito al mondo, la tua esistenza qui non è stata una benedizione ma una dannazione. Hai aggiunto la rabbia, la tua violenza, la tua gelosia, la tua competitività, la tua sete di potere. Hai fatto del mondo un campo di battaglia, sei assetato di sangue e ciò rende anche gli altri assetati di sangue. Privi l'umanità della sua umanità. Aiuti gli uomini a cadere al di sotto dell'umanità, anche al di sotto degli animali.

Quindi un Gautama Buddha, un Kabir o un Chuang Tzu ti ferisce perché loro sono sbocciati e tu continui a stare impalato lì.  Le primavere vanno e vengono, e niente fiorisce in te; nessun uccello viene a fare un nido sopra di te, e a cantarti intorno. E' meglio crocifiggere Gesù e avvelenare Socrate - solo per rimuoverli - così che non ci si debba sentire spiritualmente inferiori. 

Il Mondo ha conosciuto pochissimi ribelli. 

Ma ora è il momento: se l'umanità si dimostra incapace di produrre un grande numero di ribelli - uno spirito ribelle - allora i nostri giorni sulla terra sono numerati. Allora questo secolo potrebbe essere il nostro cimitero. Ci stiamo avvicinando molto a questo punto.

Dobbiamo cambiare la nostra coscienza, creare più energia meditativa, più amorevolezza. Dobbiamo distruggere il vecchio uomo, le sue ideologie corrotte, la sua stupida discriminazione, le sue superstizioni idiote e creare un nuovo uomo, con occhi freschi, con nuovi valori; una discontinuità con il passato - questo è il significato della ribellione.

Queste tre parole vi aiuteranno a comprendere...

La Riforma significa una modificazione. Il vecchio rimane, gli si da solo una nuova forma. Come la ristrutturazione di un edificio. La sua struttura originale rimane, la si imbianca, la si pulisce, si cambiano qualche finestra e qualche porta.

La Rivoluzione va più in profondità della riforma. Il vecchio rimane, ma sono introdotti più cambiamenti - anche nella sua struttura base - non si cambiano solo i colori e non si aggiunge qualche finestra - magari si aggiungono nuovi piani, portando l'edificio più in alto nel cielo. Ma il vecchio non viene distrutto, ma nascosto dietro al nuovo, infatti costituisce le fondamenta del nuovo. La rivoluzione è una continuità col vecchio.

La Ribellione è una discontinuità. Non è una riforma, non è una rivoluzione, è semplicemente disconnettersi da tutto ciò che è vecchio. Le vecchie religioni, i vecchi uomini, le vecchie politiche ideologiche - tutto ciò che è vecchio va abbandonato. Bisogna ricominciare la vita dai brandelli.

E' molto significativo ricordare che il giorno in cui Gautama Buddha venne alla luce, sua madre morì. Mentre usciva dal grembo materno, la madre usciva dall'esistenza. Forse fu storico, perché venne cresciuto dalla sorella della madre, ma non vide mai sua madre. Questa è un'indicazione simbolica molto importante. Significa che la nascita di un ribelle è la morte del vecchio.

Il rivoluzionario cerca di cambiare il vecchio, il ribelle semplicemente viene fuori dal vecchio, proprio come un serpente  scivola via dalla sua vecchia pelle, e non si guarda mai indietro. A meno che non riusciamo a creare questo spirito ribelle, l'uomo non ha futuro. Il vecchio uomo ha portato l'uomo alla morte finale. La vecchia mentalità, le vecchie ideologie, le religioni antiche - sono tutte combinate insieme per realizzare questa situazione di suicidio globale. Solo un uomo nuovo può salvare l'umanità e questo pianeta, e la vita su questo bel pianeta.

Io insegno la ribellione, non la rivoluzione. Per me la ribellione è la qualità essenziale di un uomo religioso. E' spiritualità nella sua più assoluta purezza.

I giorni delle rivoluzioni sono finiti. La Rivoluzione Francese ha fallito, la Rivoluzione Russa ha fallito, la Rivoluzione Cinese ha fallito. In questo paese abbiamo visto la Rivoluzione di Gandhi fallire ed è fallita anche di fronte agli occhi dello stesso Gandhi. Gandhi ha insegnato per tutta la vita la nonviolenza e davanti ai suoi occhi il paese si era diviso. Milioni di uomini furono uccisi o arsi vivi, milioni di donne furono violentate. E Gandhi stesso fu colpito a morte. Questa è una strana fine per un santo nonviolento. 

E lui stesso si dimenticò di tutti i suoi insegnamenti. Prima che la sua Rivoluzione fosse assicurata, Louis Fischer, un pensatore americano, chiese a Gandhi che cosa ne avrebbe fatto delle armi e dei soldati, quando l'India sarebbe diventato un paese indipendente.

Gandhi disse "Getterò tutte le armi nell'oceano e manderò tutti i soldati a lavorare in campi e giardini."

E Lousi Fischer chiese allora "Ma hai dimenticato? E se qualcuno volesse invadere il tuo paese?"

E Gandhi disse "Noi gli daremo il benvenuto. Se qualcuno ci invadesse lo accoglieremo come un ospite, anche lui potrà vivere con noi e come noi. Non c'è nessun bisogno di lottare."

Ma si dimenticò totalmente della sua filosofia - ecco come falliscono le rivoluzioni. E' molto bello parlare di queste cose, ma quando il potere ti arriva tra le mani... Prima di tutto Mahatma Gandhi non accettò nessun posto nel governo. Lo fece per paura, perché come sarebbe riuscito a rispondere al mondo intero? Che dire del gettare le armi nell'oceano? Che dire del mandare i soldati a lavorare nei campi? E' fuggito dalla responsabilità per cui aveva combattuto tutta la vita, capendo che tutto ciò gli avrebbe causato dei grandi problemi, avrebbe dovuto contraddire la sua stessa filosofia.

Il governo era tuttavia formato dai suoi discepoli. Li aveva scelti lui, ma non gli chiese di eliminare l'esercito, al contrario. Quando l'India fu attaccata dal Pakistan, non disse al governo indiano, "ora andate al confine e date il benvenuto agli invasori come se fossero ospiti." Benedì invece i primi tre aerei che stavano partendo per bombardare il Pakistan. I tre aerei sorvolarono la villa in cui abitava a New Dehli e lui uscì in giardino per benedirli. E con la sua benedizione proseguirono nel loro percorso per distruggere la nostra gente, coloro che fino a pochi giorni prima erano considerati fratelli e sorelle. Sfortunatamente, nemmeno si notò la contraddizione.

La Rivoluzione Russa fallì davanti agli stessi occhi di Lenin. Predicava, d'accordo con Marx, "che quando la rivoluzione arriverà anche il matrimonio si dissolverà, perché anche il matrimonio fa parte della proprietà privata. Le persone potranno essere amanti e vivere insieme, e la società si prenderà cura dei loro bambini".

Quando la rivoluzione arrivò Lenin si rese conto dell'enormità del problema: prendersi cura dei bambini. Chi si sarebbe preso veramente cura di tutti quei bambini? E per quel che riguarda il dissolvere il matrimonio... per la prima volta vide che la società è basata sulla famiglia. La famiglia è l'unità base - senza la famiglia la società si cancellerebbe. E sarebbe stato persino pericoloso perché le persone sarebbero diventate più indipendenti senza famiglia.

Potete vedere la logica. Se le persone hanno la responsabilità di una moglie, di un vecchio padre, di una vecchia madre, o di un bambino, le persone sono talmente legate che non possono ribellarsi. Non possono andare contro al governo, hanno troppe responsabilità. Ma se le persone non avessero responsabilità, se fosse il governo a prendersi cura degli anziani - come andavano promettendo prima della rivoluzione - se fosse il governo a prendersi cura anche dei bambini, e se le persone fossero libere di vivere insieme sino a che si amano, non avrebbero bisogno di un permesso di matrimonio, ne tanto meno di divorzio. Sarebbe un loro affare personale, e il governo non potrebbe interferire. 

Ma quando il potere fu nelle mani del Partito Comunista, di cui Lenin era il leader, tutto cambiò. Iniziarono a pensare in modo diverso. Ora il pensiero era che rendere le persone così libere da ogni responsabilità era pericoloso - sarebbero diventate troppo individualiste. Così lasciamoli legati ad una famiglia. Con una moglie malata, una madre e un padre anziani, dei bambini e nessuna educazione, sarebbero rimasti schiavi per sempre. Non avrebbero avuto il coraggio di ribellarsi o di andare contro al governo.

La famiglia è una delle più grandi trappole che la società ha usato per millenni per tenere l'uomo in schiavitù. Lenin dimenticò dunque tutte le promesse sulla dissoluzione della famiglia.

E' particolare il modo in cui le rivoluzioni falliscono. Falliscono sempre per mano degli stessi rivoluzionari, perché una volta che hanno il potere tra le mani le loro idee cambiano. Diventano troppo attaccati al potere. E allora il loro unico sforzo sarà concentrato su come tenersi quel potere per sempre, e come mantenere il popolo in schiavitù.

Il futuro non ha bisogno di altre rivoluzioni. Il futuro ha bisogno di un nuovo esperimento che ancora non è stato provato. Nonostante ci stiano stati ribelli in queste migliaia di anni sono sempre rimasti soli - individuali. Forse i tempi non erano ancora maturi per loro. Ma per noi, ora, non solo sono maturi... se non ci sbrighiamo il tempo finirà.

Per la fine del secolo o gli uomini scompariranno, o un nuovo uomo con una nuova visione apparirà sulla terra.

E sarà un ribelle. 


Osho.





lunedì 20 agosto 2012

SIGH SOB

E' spaventoso questo Mondo, non trovate?
Non appena si inizia a strofinare un po' la superficie iniziale, l'immagine che ci si era creati, sicura e splendente, crolla. 
Questo mondo dunque non finisce intorno a me?
Veramente?
C'è dell'altro oltre alla mia vita quotidiana casa-spesa-lavoro?
Ma per davvero?

Dai non scherzare!
Esiste ancora vita su questo pianeta?
Siamo ancora umani?

Chi lo sa.

Il punto non è questo.

Il punto è che ogni volta che mi guardo attorno vedo miseria.
Le strade e i marciapiedi della mia città cadono a pezzi.
Il poco verde rimasto è prevalentemente privato, perché il pubblico è troppo impegnato a costruire rotonde per piantare qualche albero qua e là.
In giro non si vede nessuno.
Sono sempre più le persone che pagano la spesa con i buoni pasto e sempre più supermercati iniziano ad accettarli. 

Alcuni clienti girano per le corsie con la calcolatrice, perché i soldi a fine mese sono quelli e devono bastare, in un modo o nell'altro.
L'ufficio di collocamento non è mai stato così penoso.
Fanno girare sempre gli stessi annunci e pensate che c'è una mensa che cerca un cuoco da oltre due mesi... 
Dico due mesi!
Che collocamento sei?

Anche la fabbrica più grande della zona comincia a dare segni di cedimento.
E' da tempo che in realtà le cose non vanno troppo bene, ma insomma, pur di tenersi il lavoro, si fa finta di non vedere.

Quando poi ciò che si temeva finisce sul giornale, allora, e solo allora, ci si inizia a preoccupare.
Quando oramai i giochi sono stati fatti e  forse è troppo tardi per porre rimedio.

Per non parlare dei centri commerciali della zona.
I giornali locali continuano a dire che vanno a gonfie vele, ma poi parli con un commesso qualsiasi e ti risponde che chi compra sono solo Russi e Cinesi.

Di Italiani nemmeno l'ombra.
Ma anche questo si sapeva. 
Alcuni centri commerciali sono creati per durare 20 anni.
Nel frattempo succhiano tutta l'economia dei dintorni, come un cancro, e appena la zona non è più redditizia, la abbandonano.

Comodo così!
Ma chi se ne frega, in fondo.

L'importante è avere quel che basta per uscire il fine settimana.
E tirare finalmente fuori dal garage il macchinone fiammante.
Lo uso solo nei weekend, in settimana in fabbrica ci vado con la Punto.

Ma non lo sapete quanto costa la benzina oggi?


venerdì 17 agosto 2012

LULLABY

Il risveglio avviene tutto d'un colpo.
Non ci sono sfumature intermedie.
La mente si zittisce all'improvviso e il silenzio inizia a parlare.

E' incredibile la consapevolezza che ne deriva.
Tutto il tempo viene ridotto ad un minimo istante,quello presente.
E tu ti senti cambiato, rinato, come dopo una doccia lunga un secolo.
Non sai come gestire questo dono e ci saranno giorni in cui arriverai persino a maledirlo.
Ma la sua ricompensa è talmente preziosa che non puoi far altro che dedicare a quel silenzio il resto della tua vita.
Perché è in quel silenzio che tutto trova un senso.
E' in quel silenzio che esiste libertà assoluta.

E' in quel silenzio che esistono beatitudine e riso.

Il risveglio non va ricercato.
Va assecondato.
Il silenzio è già in noi ma ogni giorno non facciamo altro che coprirlo con milioni di rumori.
Il silenzio è delicato, basta un niente ed è sparito.
Nelle città credo sia oramai introvabile. 
Il silenzio è negativo addirittura, a volte fa persino paura. 
Il silenzio sembra non contare niente. 
E invece è da lì che nasce tutto.
Da un silenzio che le parole immiseriscono.
Da un silenzio che le parole non riescono a spiegare.
Perché anche le parole a volte sono solo rumore.







giovedì 16 agosto 2012

DESIDERATA


Procedi con calma in mezzo al rumore e alla fretta e ricorda quanta pace può esserci nel silenzio. Per quanto ti è possibile, senza sottometterti, sii sempre in buoni rapporti col prossimo. Esprimi la tua verità con tranquillità e chiarezza e ascolta gli altri, anche gli ottusi e gli ignoranti: anch’essi hanno la loro storia. Evita le persone rumorose ed aggressive: opprimono lo spirito. Se ti paragoni agli altri potresti diventare vanesio e amaro; perché ci saranno sempre persone superiori o inferiori a te. Goditi i tuoi risultati così come i tuoi progetti. Conserva l’interesse per il tuo lavoro: per quanto umile sia; è ciò che realmente possiedi nella mutevole sorte del tempo. Sii prudente nei tuoi affari, perché il mondo è pieno di tranelli. Ma ciò non accechi la tua capacità di distinguere la virtù; molte persone lottano per grandi ideali e dovunque la vita è piena di eroismo. Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti e non essere memmeno cinico sull’amore; perché, nonostante tutte le aridità e le disillusioni esso è perenne come l’erba. Accetta benevolmente gli ammaestramenti che derivano dall’età e molla con un sorriso sereno le cose della giovinezza. Coltiva la forza di spirito per fartene scudo contro l’improvvisa sfortuna. Ma non tormentarti con l’immaginazione. Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Al di là di una salutare disciplina, sii gentile con te stesso. Tu sei figlio dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle; tu hai il diritto di essere qui. E che ti sia chiaro o no, non c’è dubbio che l’universo ti si sta schiudendo come deve. Perciò sii in pace con Dio comunque tu lo concepisca e quali che siano le tue lotte e le tue aspirazioni; conserva la pace dello spirito pur nella rumorosa confusione della vita. Con tutti i suoi inganni, le ingratitudini e i sogni infranti, questo è pur sempre un mondo stupendo. Stai attento e fa’ di tutto per essere felice.


Go placidly amid the noise and haste, and remember what peace there may be in silence. As far as possible without surrender be on good terms with all persons. Speak your truth quietly and clearly: and listen to others, even the dull and ignorant; they too have their story. Avoid loud and aggressive persons, they are vexatious to the spirit. If you compare yourself with others, you may become vain and bitter; for always there will be greater and lesser persons than yourself. Enjoy your achievements as well as your plans. Keep interested in your own career, however humble; it is a real possession in the changing fortunes of time. Exercise caution in your business affairs, because the world is full of trickery. But let not this blind you to what virtue there is; many people strive for high ideals and everywhere life is full of heroism. Be yourself. Especially do not feign affection. Neither be cynical about love; for in the face of all aridity and disenchantment it is perennial as the grass. Take kindly the counsel of the years, gracefully surrendering the things of youth. Nurture strength of spirit to shield you in sudden misfortune. But do not distress yourself with imaginings. Many fears are born of fatigue and loneliness. Beyond a wholesome discipline, be gentle with yourself. You are a child of the universe, no less than a tree and the stars; you’ve a right to be here. And whether or not it is clear to you, no doubt the universe is unfolding as it should. Therefore be at peace with God, whatever you conceive Him to be. And whatever your labors and aspirations, in the noisy confusion of life keep peace with your soul. With all its shams, drudgery and broken dreams, it is still a beautiful world. Be careful. Strive to be happy.

MAX EHRMANN
domenica 12 agosto 2012

POLLAIO PER GALLINE FELICI!

Finalmente il pollaio è terminato.
Mancano ancora pochi accessori e qualche decorazione ma siamo soddisfatti.
Il capitolo galline felici è dunque terminato.
Tra poco si parte con le caprette.
Un bacione a tutti!








sabato 11 agosto 2012

Poco tempo e troppo caldo...




venerdì 10 agosto 2012

ALMOST FINISH...


giovedì 9 agosto 2012

Solo per galline felici







domenica 5 agosto 2012

COCCODE'


Le galline ovaiole che si sono aggiunte ieri al mio pollaio si sono trovate talmente bene che mi hanno regalato due uova.
Sembrerò stupida ma mi sono emozionata.
Un abbraccio. 


lunedì 30 luglio 2012

Come vedo il mio futuro





domenica 29 luglio 2012

Le olimpiadi delle paranoie.


Lo confesso, sono un po' tesa per le Olimpiadi di Londra.
Sarà che la XXX edizione solo dal numero mi mette un po' in allarme.
Sarà che in quel logo in effetti sembra proprio esserci scritto Sion, pure col puntino sulla i.

Sarà che le multinazionali in questi giochi la fanno da padrona, con massicci sovvenzionamenti e severissime regolamentazioni sull'uso del marchio da parte di privati.
(Le olimpiadi col copyright, mi domando come non ci sia venuta prima questa brillante idea.)
Sarà che le psicografie di Parravicini sono davvero sconcertanti e in passato ci ha "acchiappato" molte volte.
Sarà che quando il CIO ha deciso che si sarebbe giocato a Londra, manco il tempo di festeggiare che, il giorno dopo... un attentato (quello del 7 luglio 2005).
Sarà che hanno costruito dei bunker per i VIP all'interno dello Stadio Olimpico.
Sarà che Israele è già in pieno allarme per l'attentato in Bulgaria, memori del non troppo lontano '72.
Sarà che la Russia ha mosso già parte del suo esercito (in tempi non sospetti) lungo il confine con l'Iran perché temono una guerra imminente prima della fine dell'estate.
Sarà che gli Iraniani sembrano essersi rivelati degni eredi dei fantomatici terroristi Afghani.
Sarà che il gruppo Rockfeller ha previsto 13000 vittime anche se ancora non mi sembra vero di averlo letto. 
Sarà che gli Stati Uniti non hanno più manco gli occhi per piangere e hanno bisogno di rimpolpare la loro economia.
Sarà che le guerre sul pianeta attive, anche se fingiamo di essere in tempi di pace, pare siano incalcolabili (non ho trovato una fonte attendibile a riguardo e comunque anche una sarebbe già troppo).
E se a questo si aggiunge che le guerre sono un affare assai ghiotto per qualcuno tanto che pure il Vaticano investe in armamenti.
Sarà che vedo la democrazia in Europa finire e sono timorosa per cosa verrà dopo.
Sarà che siamo nel 2012 e sto anno non ce la racconta giusta.
Sarà che dai, siamo onesti, non abbiamo tra tutti una gran bella cera.
Sarà che qualcuno un giorno disse "ai tempi del fascismo non sapevo di vivere ai tempi del fascismo",
Sarà che un pezzo di Grana vale, quand'è in offerta, 2 ore di lavoro.

Sarà quel che sarà.
Continuiamo pure la nostra domenica pomeriggio..:


domenica 22 luglio 2012

NUVOLE





EL PUEBLO UNIDO...


Vorrei raccontarvi dell'infanzia di quest'uomo.
Vorrei raccontarvi dei suoi primi discorsi da adulto.
Appena uscito dal liceo inforcava la bicicletta e si dirigeva a tutta birra verso la bottega del calzolaio.
Il calzolaio era di origini italiane e si chiamava Giovanni de Marchi.
Si era trasferito in Cile da ragazzo, a soli 26 anni.
Anarchico per vocazione, era fuggito da Torino nel 1893 ed era approdato a Valparaiso, dove cambiò il suo nome, nel più latino, Juan de Marchi.
Parlavano di politica, tra una scarpa da risuolare e l'altra.
Parlavano del Cile e del Mondo.
Parlavano dei problemi dei lavoratori.
Giocavano anche a scacchi. e spesso Juan prestava dei libri al giovane Salvador.
Quanto gli hanno tenuto compagnia la sera.
Quanto avrebbe voluto imparare sempre più.
Sempre più.
Sempre più.
Sino a ritrovarsi finalmente preparato per il suo discorso più importante.
Quello che avrebbe tenuto al popolo in veste di neoeletto presidente del Cile.
Quante ore sacrificate per quel momento.
Tre tentativi falliti e nessuna rinuncia da parte sua.
In direzione ostinata e contraria.
Voleva portare il benessere tra il suo popolo.
Voleva finalmente che tutti fossero felici.
Promosse una riforma agraria e la nazionalizzazione delle banche.
E non solo, decise che bisognava andare oltre.
Occorreva che il Cile si riappropriasse della sua risorsa naturale più importante: il Rame.
All'epoca il commercio del Rame era in mano a capitale straniero, a corporazioni americane come l'Anaconda e la Kennecott.
Salvador pensava che fosse giusto che il suo popolo fosse lasciato libero di decidere della propria terra.
Voleva che la democrazia fosse sociale.
Voleva tante cose, troppe per qualcuno.
Nixon, nel frattempo nella camera ovale discuteva animatamente sulla situazione Cilena.
Questo tizio aveva attirato su di sé un grande fermento.
Iniziava ad avere successo.
Lo avevano screditato sin dal suo esordio in politica, finanziando segretamente la campagna elettorale dell'avversario di turno.
Avrebbero preferito Hitler a lui, probabilmente.
Lui che incarnava tutte le loro più grandi paure.
Lui.
Un Marxista in Latino America.
Bisognava fermare quell'uomo.
Bisognava (e cito) "fare tutto il necessario per danneggiarlo e farlo cadere, quel figlio di puttana va schiacciato con qualsiasi mezzo". 
Tali le parole di disprezzo di quella che ama definirsi la migliore democrazia del mondo.
Ma Salvador non aveva paura.
Era inarrestabile ed era appoggiato dal suo popolo che sapeva di aver trovato colui che per primo aveva avuto il coraggio di mordere la mano del padrone.
E non solo, osava persino parlare a tipi malvisti come Péron, per non citare le chiacchierate con Fidel.
Per di più in spagnolo, in quella lingua che Nixon non era mai riuscito ad imparare e che gli dava sempre l'impressione di essere, come dire, allegra.
Lui anglosassone DOP non poteva tollerare che questo avvenisse proprio sotto il suo governo.
Era un insulto al suo "buon" nome.
La CIA fu sguinzagliata per ordire niente popò di meno che un golpe, in Cile, in terra straniera!
Ma non solo, tirarono fuori l'arma letale, l'arma più subdola e micidiale che esista: l'economia.
A questo punto entra in gioco un personaggio che definire losco è fargli veramente un complimento, un certo Milton Friedman.
A Milton noto economista e fondatore, nonché fervente sostenitore, della dottrina neoliberista, venne dato persino un Nobel.
Per me tanto potrebbe bastare a definire questo premio un insulto all'intelligenza umana ed evidentemente la pensava come me anche il tizio, che durante la premiazione, si alzò in piedi indignato e iniziò a urlare "Milton go home".
Il tutto sdrammatizzato da un imbarazzato sorriso dei presenti. 
Ma questa è un'altra storia.
Friedman diede ordini ben precisi a Nixon.
Finsero una apertura "culturale" e presero nel tranello alcuni dei più brillanti studenti delle università cilene.
Dicevano che li avrebbero indottrinati, perdonate, volevo dire, istruiti per bene e glieli avrebbero restituiti più in gamba che mai.
Li riempirono fino alla nausa di neoliberismo e li spedirono al mittente.
Una bomba pronta ad esplodere.
Una seme marcio fu gettato nell'economia cilena ed innaffiato con una serie di manovre a tenaglia che partivano da wall street.
Fecero cadere il prezzo del rame e piegarono in men che non si dica l'economia di un intero paese.
Da dentro intanto gli studenti neoliberisti che nel frattempo erano arrivati a posizioni di prestigio, offrivano soluzioni incredibili.
Ma loro erano gli esperti e questo bastava.
La società cilena fu ridotta in ginocchio sotto gli occhi esterrefatti e impotenti di Salvador.
Lui che aveva promesso la prosperità si trovava ora a risolvere una situazione che non aveva creato.
Fu accusato di farsela con i Sovietici e agli occhi del Mondo apparve come uno degli uomini più pericolosi mai esistiti.
Il demonio, per non dire peggio.
Lui che era anarchico e manco avrebbe voluto tutto quel potere se non fosse stato necessario.
Necessario a cambiare le sorti di un intero popolo.
Il popolo che ora, alla fame, pensava forse ad una guerra civile.
Nixon aveva pronto nell'ombra il suo asso nella manica, Augusto Pinochet Ugarte che fu nominato capo delle forze armate cilene.
Quando si dice l'uomo giusto al posto giusto.
Salvador fece buon viso a cattivo gioco e dichiarò pubblicamente la sua fiducia al nuovo generale.
Nel frattempo in strada si fomentava il panico, con incursioni di vere bande militari, che fecero i propri comodi davanti agli occhi della popolazione inerme.
La dottrina dello shock imperversava per le strade di Santiago.
La situazione era diventata incontrollabile.
Qualcosa di tremendo era nell'aria, qualcosa di tremendo e pericoloso.
All'improvviso, ma nemmeno tanto, le forze armate dichiararono il governo illegittimo.
Salvador doveva andarsene.
Lasciare il suo incarico e il suo Paese.
Ma Salvador non voleva, non poteva permettere che ciò avvenisse.
Doveva riuscire a far capire al suo popolo che non era sua la colpa di quella situazione.
Che lui era un brav'uomo.
E che il Cile doveva rimanere unito e difendersi.
Prese in mano il microfono della radio e salutò per l'ultima volta la sua gente, con un accorato appello che lo farà vivere per sempre.


11 Settembre 1973
h. 9.10 AM

Sicuramente questa sarà l'ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi. La Forza Aerea ha bombardato le antenne di Radio Magallanes. Le mie parole non contengono amarezza bensì disinganno. Che siano esse un castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l'ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell'Armata, oltre al signor Mendoza, vile generale che solo ieri manifestava fedeltà e lealtà al Governo, e che si è anche autonominato Direttore Generale dei carabinieri. Di fronte a questi fatti non mi resta che dire ai lavoratori: Non rinuncerò!
Trovandomi in questa tappa della storia, pagherò con la vita la lealtà al popolo. E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente. Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza. La storia è nostra e la fanno i popoli.
Lavoratori della mia Patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete sempre avuto, per la fiducia che avete sempre riservato ad un uomo che fu solo interprete di un grande desiderio di giustizia, che giurò di rispettare la Costituzione e la Legge, e cosi fece. In questo momento conclusivo, l'ultimo in cui posso rivolgermi a voi, voglio che traiate insegnamento dalla lezione: il capitale straniero, l'imperialismo, uniti alla reazione, crearono il clima affinché le Forze Armate rompessero la tradizione, quella che gli insegnò il generale Schneider e riaffermò il comandante Ayala, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà aspettando, con aiuto straniero, di riconquistare il potere per continuare a difendere i loro profitti e i loro privilegi.
Mi rivolgo a voi, soprattutto alla modesta donna della nostra terra, alla contadina che credette in noi, alla madre che seppe della nostra preoccupazione per i bambini. Mi rivolgo ai professionisti della Patria, ai professionisti patrioti che continuarono a lavorare contro la sedizione auspicata dalle associazioni di professionisti, dalle associazioni classiste che difesero anche i vantaggi di una società capitalista.
Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che cantarono e si abbandonarono all'allegria e allo spirito di lotta. Mi rivolgo all'uomo del Cile, all'operaio, al contadino, all'intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo; negli attentati terroristi, facendo saltare i ponti, tagliando le linee ferroviarie, distruggendo gli oleodotti e i gasdotti, nel silenzio di coloro che avevano l'obbligo di procedere.
Erano d'accordo. La storia li giudicherà.
Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più. Non importa. Continuerete a sentirla. Starò sempre insieme a voi. Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria.
Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi. Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.
Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l'uomo libero, per costruire una società migliore.
Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!
Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento.




...JAMAS SERA VENCIDO!



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