venerdì 25 maggio 2012

Se non posso Ballare, allora non è la mia Rivoluzione.

Mi sa che sono Anarchica, è grave?

E non anarchica per modo di dire, Anarchica fino al midollo.
Il mio DNA è anarchico.
Le mie mani sono anarchiche. 
Il mio cervello è anarchico.
I miei pensieri solo miei, e quindi anarchici.

Ma cosa vuol dire Anarchia?
Se ne parla tanto e non si capisce mai. 

Anarchia significa "Senza Ordine".
E tanto è bastato per dargli subito un accezione negativa.
Ma senza ordine non vuol dire necessariamente disordine.
Ci sono varie sfumature nel mezzo ed è giusto dare a questa parola un'altra occasione.
L'ordine famoso di cui si parla altro non è che lo Stato, o una qualsivoglia forma di Autorità o Governante.

Ripetono, in maniera semplice:

"Chiunque mi metta le mani addosso per governarmi è un usurpatore ed un tiranno: io lo proclamo mio nemico."

E come dargli torto?
Come?
Veramente siamo diventati tutti così bestiali da non riuscire più a decidere da Noi quale sia il bene e quale sia il male?
Veramente sentite la necessità di qualcuno che vi indirizzi, che vi guidi nelle vostre scelte?
E veramente potete affidarvi a questo qualcuno in tutta sicurezza?
Nella mia breve vita ho potuto constatare che ogni volta che ho avuto bisogno, sono solo due le "Organizzazioni" che mi hanno aiutato: la Famiglia e gli Amici.
Nessun'altro.
Manco per il cazzo.
Mai un aiuto da nessuno.
Credo sia lecito a questo punto vacillare un po' su chi mi promette sicurezza e non me la da mai.

Gli Anarchici sostengono che ogni forma di Governo o di Controllo non solo sia inutile, ma dannosa.
Sognano una società libera, fondata sull'assenza di gerarchie, sulla collaborazione, sulle persone e non sui soldi. 
Una società anarchica è una società che vuole basarsi sul libero accordo, sulla solidarietà, sulle libere associazioni, sulle unioni, sul rispetto per la singola individualità che non volesse farne parte, secondo il principio che le decisioni valgono solo per chi le accetta.
Questo non significa assenza di regole ma assenza di regole dettate dall'alto.
Ecco la differenza.

Non vogliono avere capi questi Anarchici.
E guarda un po', non li voglio manco io.
Voterei per loro, se non fossero anche contro al voto...

Ma allora come si fa?
Come si fa a trasformare quello che vedo in quello che vorrei?

Bakunin, l'anarchico per eccellenza russo sostiene che ci siano due fasi:

1. Verwirrung ovvero la Confusione.
Fase distruttrice, caotica con cui minare le fondamenta del potere e dell'autorità costituita. Molti identificano l'anarchia con questa sola fase, ma questa non è ancora anarchia, questo è caos.

2. Ordnung ovvero l'Ordine.
Fase in cui le persone si rendono conto della loro capacità di autogovernarsi e vivere in armonia, mediante aiuti reciproci, al di fuori di dinamiche autoritarie e gerarchiche

E intonerei un Alleluia!
Se credessi in qualcosa.

Mi chiedo come mai questi anarchici non abbiano mai vinto.
Possibile che i buoni perdano sempre?
Ma che mondo è questo!
Dove vincono quelli sbagliati.
Chi è stato?
Chi glielo ha permesso?
Chi ha fatto questo grossolano errore di valutazione?

Un anarchico è una persona che non vuole padroni.
Una persona che non vuole padroni non ha nessun interesse ad essere il padrone di qualcuno.
Per un anarchico, essere il padrone di qualcuno è un’idea ripugnante.
Quindi, l’anarchico non può avere nessun interesse a convincere qualcuno con la forza.
Tanto meno mediante l’uso delle armi.

E allora come mai questi anarchici sono sempre violenti?
C'è qualcosa che non torna.
O mentono loro, o mentono gli altri...

Pare che esista una tecnica lunga come il mondo.
La tecnica dell'Infiltrazione.
Si fa così:

Si paga qualcuno perché si inserisca dentro un contesto di protesta.
Questo qualcuno pagato svolgerà un’azione violenta, così da generare riprovazione della opinione pubblica verso quel movimento di protesta.
Il potere paga qualcuno che si finge anarchico per svolgere un’azione terroristica che è funzionale all’inasprimento del potere.
Si incastra l’anarchico, così il potere trova il capro espiatorio. 

BASTARDI!
Prima o poi vinceremo.

MEDIOCRE MAI

Quando ero piccola non capivo.
Quando ero adolescente ero "ribelle".
Quando ero me avevo torto.
Insomma che a 26 anni ancora non riesco ad andare d'accordo con i miei.
Non lo faccio con cattiveria.
Non li deludo con dolo.
Ma ora proprio non riesco ad essere più nessun'altro che me.
E io sono fatta così.
E giuro che ora è proprio un prendere o lasciare.

Non mi interessa più dell'esperienza di nessuno.
Della tradizione.
Del come si fa a.
Del sarebbe meglio se.
Non ne voglio più sentire parlare.

E' inutile insistere sul Lavoro, perché lavoro non ce n'è.
E lo sappiamo bene tutti ed è inutile che ci nascondiamo.
Perciò facciamo un passo indietro e comportiamoci da adulti.

Se dico una cosa non la dico a mia discolpa.
Perché di colpa guarda un po' non ne ho.
Non sono io ad aver lasciato un Mondo che gira alla cazzo di cane.
Non ho preso io le decisioni.
Non l'ho voluto io così.

E non mi si può chiedere adesso di accontentarmi.

Accontentarmi di posti di lavoro che a chiamarli tali si è proprio gentili.
Dove se non lavori per almeno 13 ore non hai fatto ancora abbastanza.
Dove ho perso 15 chili in 4 mesi, vomitando un poco di me ogni volta che mi svegliavo.

Non mi va bene.
Non mi andrà mai bene.

Io voglio di meglio.
Pretendo di meglio.
Perché quello che ho ora è un mondo dove per vivere devo fare la guerra.
E io non sono portata al combattimento.
E' inutile.
Non porta che altro dolore.

Parlo 7 lingue.
Sono intelligente a modo mio.
Disegno.
Scrivo.
Cucino da leccarsi i baffi.
Coltivo un orto che è diventato gigante.
Ho imparato persino ad essere ordinata.
Penso tanto.

Pensavo non bastasse.
Ora mi accorgo che invece è troppo.

Se fossi un po' più mediocre avrei vita semplice.
Ma mediocre non sono.
E non la sarò mai.
E questo me lo avete insegnato voi.

Per quanto riguarda i Soldi mi viene da fare una gran risata.
Ve li siete inventati dal nulla, li avete desiderati a tal punto da averne bisogno.
Io voglio vedere se posso evitarmi questa scocciatura.
Voglio vedere se il Denaro è così importante come dicono.
O se finiremo prima o poi per usarlo come merita.
Per pulircisi il culo.

E per quanto riguarda il Mondo, che è tutto uguale.
Su questo vi do ragione.
Ma è pur sempre un problema, e non una soluzione.

Non faccio la melodrammatica.
Non mi prendete in giro e non alzate gli occhi al cielo.
Perché io con voi non mi permetto.

Non so come farlo, ma so quello che devo fare.
E non mollerò mai.

giovedì 24 maggio 2012

IN ROSSO

Finalmente io e il Momo abbiamo raggiunto la simbolica cifra di 0,58 centesimi di euro.
Non abbiamo più nient'altro se non Noi.
Niente più soldi sporchi.
Niente di niente.

Chissà se sopravviveremo?


mercoledì 23 maggio 2012

STAKANOVISTI ANDATE A RIPOSARE


STAKANOVISTI ANDATE A RIPOSARE
Non avremo il nome del Colpevole.
Maledetti, i cattivi si nascondono proprio bene.
Bisogna andare a stanarli, come volpi coi conigli.

Non avrò un Nome ma ho la sua Storia.
E questo forse già può bastare.

Fa caldo questa mattina ma si respira ancora.
Ricordo un Caldo ben peggiore.
Ricordo il caldo dei forni della Saiwa.
Ho lavorato in fabbrica una sola estate e posso dire che mi sia bastata.

Ricordo lo sconforto ogni volta che entravo.
Timbravo un ridicolo cartellino e mi mettevo in fila.
Aspettando di sapere dove sarei stata mandata.
Mi resi presto conto che stava accadendo una Rivoluzione di Ruoli.
Per la prima volta da quando ero al mondo non era una macchina a servire me.
Ero io a servire una macchina.
La dovevo guardare e aiutare se aveva bisogno.

E pensare che una volta, tanto tempo fa i lavoratori non esistevano.
Non con questo nome moderno perlomeno.
Gli Uomini dell'antichità producevano per sé e scambiavano il surplus.
Per non sprecare niente.
Per fare Economia.
Ognuno era Libero di dedicarsi alle attività più disparate.
Mario ad esempio coltivava rape ed era convinto che si potesse volare.
Mentre Giulio raccontava storie e la notte disegnava sui muri.
Non avevano soldi ma facevano il cazzo che volevano.

Io invece mentre guardavo quella macchina mi sentivo come inchiodata al suolo.
Non riuscivo nemmeno a pensare, tanto il rumore e le sirene.
Sembrava di essere in Guerra ma stavamo producendo biscotti.
Mi viene da ridere a ripensare a quella macchina e alla mia inesperienza.
Io ero all'imbustatrice, o meglio GR4.
Fila 7.
Da sola.
Mi avevano affiancato ad una collega anziana 2 giorni e avevano la pretesa che imparassi ciò che lei aveva imparato in 37 anni della sua vita.
Inutile dire che annuivo senza capire.

La parola Lavoro non è comparsa per un bel po' di secoli.
Pensate che l'unico termine che esisteva per descrivere queste ore di fatica era Schiavitù.
Ho capito bene?
Chi lavorava erano solo gli schiavi?
E ora che ci penso, anche Lavorare, in molti dialetti Italiani e in molte Lingue del mondo in effetti significa solo fare fatica...
Nel Medioevo poi il termine passa da Schiavitù a Servitù.
Ma sostanzialmente poco cambia.
Non nascono i Lavoratori, ma i Capi.
Bastardi, lo sapevo.
Quei Feudatari non mi erano mai stati simpatici, nemmeno a scuola!
Passavano, dicevano qui ora è mio e tu lavori per me.
Peccato che quel Mario non li abbia mandati a cagare.
Chissà se avrà provato a resistere.
Chissà che fine avranno fatto le sue amate rape.

Ero inesperta.
E forse non mi interessava nemmeno imparare a fare quel Lavoro.
Io i Biscotti li facevo da quando ero piccola insieme alla mia mamma.
E quei Biscotti erano e rimangono i più buoni del Mondo.
Si chiamavano Biscotti di Milano.
Ma per me era un nostro brevetto.
Insomma che quella macchina manco funzionava bene.
Tanto che ogni tanto, alla minima variazione del Biscotto, impazziva.
Scattavo in piedi.
Chiudevo uno sportellino con la mano e con il piede cercavo di bloccarne un'altro.
Sirene dappertutto.
Biscotti che saltano.
Chili e chili di biscotti che saltano.
Biscotti per Terra.
Biscotti schiacciati sulla divisa Bianca.
Biscotti che arrivavano da tutte le direzioni.
Biscotti nella mano del Kapò Reparto che mi urlava come se avessi ammazzato qualcuno.

E come mi sentivo in colpa.
Mentre raccoglievo interi sacchi neri della spazzatura, pieni di cibo, da buttare.
Era stata colpa mia.

Piano piano vediamo che nella storia, nell'Alto Medioevo nascono le prime Botteghe.
Per forza.
Gli schiavi erano gratuiti.
E per vivere bisognava fargli concorrenza.
Così si mettono a lavorare tutti di più.
Sempre di più.
Si riuniscono in Corporazioni, per farsi più forti.
E assumono dipendenti.
Anzi Apprendisti.
Chissà se Mario era felice in quella bottega dove si conciavano le pelli.
Era l'ultimo arrivato e gli diedero il ruolo meno grato, quello del boia.

Io non ho mai dovuto ammazzare niente e nessuno per vivere.
Ma la fortuna è distratta.
L'altra sera ho conosciuto un Ragazzo Bulgaro fuggito in Portogallo.
A 15 anni per mangiare staccava teste ai polli.
Mi mimava il gesto.
E nel frattempo piangeva.
Quanto deve essere stato scosso a ripensarci.
Forse ero la prima ad averglielo chiesto.
Gli dissi che "Era terribile".
Mi guardò.

Insomma che in poco tempo le Corporazioni diventano talmente potenti che bastonano seriamente i Feudatari, o come si fanno chiamare a questo punto, i Nobili.
I Borghesi ce l'avevano fatta.
Lavoravano più di tutti.
Ora capite perché ancora oggi abbiamo Duchi e Baroni che non fanno un cazzo.
C'è qualcun'altro che muove il culo per loro.
Mario lo sapeva che quel posto non faceva per lui.
Non era il suo Mondo.
Non era quello che immaginava.

E io di certo non potevo immaginarmi la mia vita in quel posto ancora per molto.
Ero l'ultima arrivata e mi facevano fare sempre il turno di notte.
Per tre settimane consecutive i miei Ritmi biologici furono ribaltati a tal punto che non riuscivo più nemmeno a cagare.
Quando gli altri mangiavano io non avevo fame.
Quando gli altri sognavano io ero costretta a lavorare.
Pensavo fosse vietato dalla Legge.
Pensavo che avevo bisogno di Aiuto.
E fini in Ospedale.
Con un'appendicite in stato avanzato che non mi era stata curata da un Dottore.
Nemmeno mi aveva dato il tempo di sedermi, arrivata nel suo studio, che già aveva fatto la diagnosi.
Non era niente.
Dovevo bere tanta acqua e prendermi un Buscopan.
Di Buscopan ne presi 60.
O forse di più.
Ma niente.
Avevo le Allucinazioni.

Questi Mercanti lavoravano talmente tanto che avevano bisogno di sempre più terre e si inventarono le Guerre.
Andarono fino in America a farne.
La scoprirono per caso e ne abusarono come se fosse stata loro.
A Mario non piaceva regalare quelle coperte infette a quegli Uomini.
Pensava che fosse ingiusto uccidere qualcuno in una maniera così subdola.
Così perversa.
Non era uno scontro leale.
Non si doveva fare.
Ma lo fece.
Era il suo Lavoro e lui doveva pur sempre vivere.

Ricordo che avevo fatto amicizia con una ragazza alla Saiwa.
Aveva la mia età e un bimbo amato ma capitato per caso.
Suo padre lavorava lì e le diceva sempre di comportarsi bene.
Di farsi onore.
Pensavo che ci fosse già onore nel strapparsi al sonno per timbrare un cartellino.
Pensavo che come gesto di onore bastasse quello.
All'ingresso c'era un cartello che veniva aggiornato periodicamente.
Era quello degli Incidenti.
Dei Feriti, insomma.
Aumentava sempre.
Non diminuiva mai.
Il giorno seguente vidi da 7 si era passati a 8.
Chissà chi è quel distratto?
E chissà chi è quel distratto che da Mercante passa a Capitalista.
A Mario non piaceva quel carbone.
Era tutto sporco quando tornava a casa.
Le mani non diventavano mai pulite.
Le unghie erano sporche per sempre.
Come i suoi Polmoni.
Ma questo Mario non lo sapeva.

Quel'8 era la mia unica Amica.
Porco...
Ho pensato.
Chiesi informazioni.
Risposero che avrebbe dovuto stare più attenta.
Ma come?
E' pure colpa sua adesso?
Non basta che il suo braccio sia immobile da giorni.
Un tendine.
Le ha leso un tendine.

E anche Mario si ripeteva che non era colpa sua.
E anche i suoi colleghi iniziarono a pensarlo.
Erano tanti.
Tantissimi.
Non si contavano più.
C'erano operai a vista d'occhio.
C'erano Uomini ovunque.
Nasce una Coscienza di Classe.
Nasce la consapevolezza di non essere Soli.

A questo punto la pressione schizza alle stelle.
Gli Stati si cagano addosso.
Perché sono in tanti e perché hanno tutti Ragione.
E lo sanno entrambi.
Lo sanno i Capi e lo sanno i Lavoratori.
Lo Stato però media e promette.
Gli da delle Leggi cosicché possano stare calmi.
Mario non era contento di quel risultato.
Tutte quelle lotte per ottenere delle Regole.
Tutto quel Sangue e quel Dolore per cosa?

Se l'erano presi nel culo l'ennesima volta.
Non credete?
E io con loro data la mia condizione.

Operata di urgenza un'ora dopo l'arrivo in ospedale.
Mi ci ero portata da sola.
Ho parcheggiato la macchina e ho suonato al Pronto Soccorso.

Mi chiedo ora se quel numero sia diventato un 9.
Se anche la mia Anestesia fa parte dei loro Incidenti.




















Giulio invece ve lo ricordate?
Giulio è fuggito.
E' sparito chissà dove.
Ma racconta storie e disegna sui muri.

LA MIA ORA DI LIBERTA'


LA MIA ORA DI LIBERTA'
Da quando io e il Momo siamo diventati due pensatori siamo molto più democratici e ci concediamo un'ora di libertà.
Siamo sempre assieme e ci aiutiamo davvero nel momento del bisogno.
E quale momento non è del bisogno?

Ora sono fuori.
C'è un vento fresco e il maglioncino non basta.
Le galline russano.
Ebbene sì, vi svelo un segreto le galline di notte sognano di essere usignoli e così solo quando viene buio riescono ad esprimersi liberamente e a dare il meglio di loro.
Altro che Coccodè!
Dovreste sentire che musica.

Ne abbiamo presa una.
L'ultima, come diciamo ogni volta.
Insomma che è la 12 esima.
E crede che Tito, il mio cane, sia sua mamma.
Devo avere combinato qualche macello.
Sicuramente è colpa mia.
Fatto sta che quando lo vede non immaginate la gioia.
Gli corre in contro e si rifugia sotto di lui.
E' una gallina nera.
Non credevo nemmeno che esistessero.

Ma torniamo ab ovo (scusate la pesantezza).
Alla mia ora di libertà.
Nella mia ora di libertà io ho deciso di Giocare.
Solo che i giochi del passato li conosco a memoria.
E per chi mi conosce, a Trivial Pursuit sono imbattibile!
Non c'è più gusto, insomma.
Che palle!

Allora me ne sono inventata uno.
Uno nuovo.
Tutto mio.
Ma per la legge del "è meglio una torta in tanti che una merda da soli":
io  lo condivido con voi, così se vi piace e avete un'ora libera ci provate.

In lontananza uno dei paperi beve.
Fanno un rumore...
Distolgono l'attenzione da quello che stavi facendo.

Ma dicevamo il gioco è questo.
Pensate a una parola.
E cercatela su Wiki.
Io per essere a tema questa sera ho scelto Libertà.
Il gioco consiste nel trovare quello che non c'è.
Concentratevi bene e vi avverto già da ora che è un gioco molto pericoloso.
Molto.
Ma dato che è la mia ora di libertà faccio il cazzo che mi pare.

Allora quando incontro le parole tra virgolette corro subito a vedere chi è l'autore.
Così faccio finta che sia lui, proprio lui a dirmelo.
Nella mia ora di Libertà tutti sono solo miei e tutti parlano solo a me.

Così ecco comparirmi magicamente davanti Marco Tullio Cicerone, in persona.
Tito quasi lo mordeva tanto era stupito.
E mi fa:

« La libertà non consiste nell'avere un buon padrone, ma nel non averne affatto »

Belin!
Ma sai che hai ragione!
Lo penso sempre anche io e poi guarda manco un lavoro sono libera di cercarmi.
Neanche se voglio.
E vaffanculo.
Faccio la Pensatrice.
Mi dice:

« Brava »

e se ne va.

Le parole Blu sono gli spunti.
Se non capite una cosa, cliccatela e fatevene un'idea.
Io sono sempre stata una secchiona.
Ho sempre letto le note, delle note.
Fin da piccola.
Fatelo.
E' un consiglio.

Ora la parola Libertà apre le porte a un'infinità di giochi.
Tanti che ci si potrebbe perdere nel mezzo e volare via.
Per stasera limitiamoci a parlare con chi incontriamo per strada.
Vediamo cosa ha da dirci.
Fate una passeggiata nella storia.
Cambiatevi gli abiti a seconda dell'epoca.
E Gironzolate.

Camminando becco Jean-Jacques Rousseau che con quel parrucchino bianco mi dice:

 « L'uomo è nato libero ma ovunque è in catene. »

Belin!
Di nuovo.
Non faccio altro che darvi Ragione.
Sai che ho fatto 2200 km e non è cambiato un cazzo!
Stessi problemi, stesse facce, stessi problemi.
Questa Crisi sembra essere arrivata ovunque.
Mi sento anche io in catene.

Mi domanda:

 « E cosa aspetti? »

E va via.

Qua e là rivoluzionari e filosofi discutono animatamente su cosa sia questa Libertà.
Tanto che ne parlano per anni e uno dice una cosa e uno dice un altra.
E che palle.

Oramai la Libertà ce la siamo giocata!
Ne abbiamo talmente tanta che non sappiamo più cosa farcene.
E pensa che ci siamo persino inventati il Lavoro per tenerci occupati.
Li saremo abbelinati!
Dico già 8 ore ci tocca dormire.
Ne rimangono solo 16 a me sembravano già poche.
E invece qualcuno si è inventato il Lavoro.
Domani vado a beccare chi è sto fetente che se lo è inventato.
E perché!

Va bé.
L'ora sta scadendo.
Torno verso casa.
Vado verso le mie Galline.

E poco prima del Pollaio incontro Isaiah Berlin che mi da ancora due dritte:

«L'essenza della libertà è sempre consistita nella capacità di scegliere come si vuole scegliere e perché così si vuole, senza costrizioni o intimidazioni, senza che un sistema immenso ci inghiotta; e nel diritto di resistere, di essere impopolare, di schierarti per le tue convinzioni per il solo fatto che sono tue. La vera libertà è questa, e senza di essa non c'è mai libertà, di nessun genere, e nemmeno l'illusione di averla»
Sono a casa.
Ci vediamo domani.
Dobbiamo andare a cercare il Capo di tutti i Capi.
Il Coglione per eccellenza.

Esisterà per forza questo cretino.
E allora, facciamogli fare una figura di merda!

Una gallina ha cagato.
Sembra il rumore di uno sketch comico, una pernacchia.
"Prrrrrrr"


Ciao Amici.
Vi lascio una NinnaNanna.


Spegnete la Luce.
Andate a sognare...

RICOMINCIO DA QUI

Senza Nome e Senza Paese.
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